Amalia Del Ponte (Milano, 1936) vive e lavora tra Milano e Venezia. Allieva di Marino Marini all’Accademia di Belle Arti di Brera tra il 1956 e il 1961, da anni conduce una propria originale e solitaria ricerca che unisce il rigore formale alle indagini sugli archetipi, presenti nella stessa problematica scientifica.
Sin dall’inizio della sua attività, nei primi anni Sessanta, ha indirizzato la propria ricerca sul vuoto, sulla luce e sulla struttura della materia. Amalia Del Ponte inizia la sua ricerca sui materiali tradizionali della scultura: gesso, terracotta, marmo, bronzo…
…Nel 1973 è invitata da Bruno Munari e Umbro Apollonio a partecipare alla Biennale di San Paolo, dove presenta tre opere: How do you feel?, Shan e Area percettiva. Quest’ultimo è un ambiente cubico di 6 metri di lato con angoli e spigoli interni smussati, dipinto di bianco e illuminato da una luce bianca abbagliante. All’interno colloca due grandi prismi in plexiglass e 4 punti di riferimento: una cartolina, un biglietto con un numero di telefono, l’impronta in gesso di una mano e due occhi di marmo. In questa occasione Amalia Del Ponte vince il Primo Premio internazionale per la Scultura…