C’è un posto davanti ai laboratori in cui custodiamo gli eccessi delle nostre produzioni. Sono i nostri prodotti più eccentrici, le lastre scheggiate, i residui dei tagli più audaci o i solidi danneggiati che si aprono rivelando la natura più grezza del marmo. Da questa suggestione, per la prima volta nel 2016, abbiamo messo in atto un processo che pone le basi sul concetto fondante dell’economia circolare, ovvero che possono non esistere rifiuti. Forti del nostro istinto di cooperazione, abbiamo sfruttato lo scarto delle lavorazioni meccaniche di ottone unito ad una bio resina per poter accentuare e valorizzare le crepe naturali dei nostri nuovi e preziosi oggetti.

Questo metodo, ripreso dell’antica tecnica giapponese “Kintsugi” volta ad impreziosire le cicatrici degli oggetti frammentati decorandole con polveri d’oro, può essere applicato su ogni tipo di superficie e marmo. Per ottenere un risultato più impattante, in termini di etica ed estetica noi preferiamo usare il Bianco di Carrara da cui possiamo ottenere un cromatismo più brillante ed un calo dell’attività estrattiva nel nostro territorio. Gli articoli in MCF si producono tramite una lenta e paziente lavorazione artigianale, come una cucitura sartoriale o chirurgica, sono il frutto di una collaborazione tra imprese artigiane e sono spinti da un impulso di resilienza, per questo rappresentano l’essenza intera della nostra prospettiva.