La sua carriera inizia dopo la laurea in architettura a Firenze: essendo diventato assistente al corso di Progettazione tenuto da Adolfo Natalini all’Università di Architettura della città toscana, viene in contatto con il design radicale e fonda il gruppo Cavart, ispirato a quei principi. Gli anni successivi lo vedono a Milano, dove nel 1979 incontra Ettore Sottsass, che seguirà nel gruppo Memphis, e nel 1980 avvia un’attività autonoma. Negli stessi anni stringe rapporti con il Centrokappa e con Alchimia. È però il rapporto con Sottsass a introdurlo negli ambienti più importanti del design industriale italiano: nel decennio successivo collabora con Olivetti, per la quale progetta gli arredi a marchio Synthesis e poi diventa responsabile dell’ufficio Design della casa madre, un incarico che manterrà fino al 2002 e che lo porterà a firmare il progetto di numerosi computer e articoli per ufficio, un ambito nel quale nel corso degli anni presterà i propri progetti anche a Compaq, Philips, Siemens e Vitra.

La fine degli anni Ottanta è un momento d’oro per la carriera di De Lucchi: nel 1989 si aggiudica la progettazione delle filiali Deutsche Bank e viene insignito per la prima volta del Compasso d’oro. Il premio gli viene riconosciuto per la lampada Tolomeo, disegnata nel 1987 per Artemide. Un anno prima lavorerà per l’azienda di mobili Malobbia di Thiene nella progettazione di arredi per la casa. Negli anni successivi tornerà ad occuparsi di design in Germania, ad esempio progettando gli interni delle biglietterie Deutsche Bahn; e per le banche, lavorando ad esempio per il Banco Portugues do Atlantico e per le Poste Italiane. Il suo ambito prevalente, però, rimane il design di interni per ufficio: oltre che per Olivetti, De Lucchi lavora per Enel, Piaggio, Telecom Italia, Hera e, tornando al mondo delle banche, per Intesa Sanpaolo, che gli commissiona anche le carte di credito e l’allestimento delle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala.

Nel frattempo, nel 1990, fonda Produzione Privata, un marchio dedicato alla produzione di oggetti senza committenza e successivamente si occupa di allestimenti di mostre – ad esempio alle Scuderie del Quirinale – e di ripensare spazi museali e biblioteche: si occupa del Palazzo delle Esposizioni di Roma, del restauro del Museo del Design alla Triennale di Milano, delle biblioteche di San Giorgio in Poggiale (Bologna) e Lodi e della Fondazione Cini di Venezia. Nel 2001 torna a vincere il Compasso d’oro: stavolta a valergli il premio è la stampante Artjet 10 di Olivetti, un’azienda che tuttavia l’anno successivo De Lucchi lascia. Nello stesso anno, il 2002 inizia a insegnare: prima allo IUAV di Venezia, dove nel 2004 diventa professore ordinario, e poi, dal 2008, al Politecnico di Milano. Dal 2005 inizia inoltre un’intensa attività in Georgia: prima curando la riqualificazione del quartiere Rykhe a Tbilisi, poi lavorando ai progetti del Ministero degli Affari Interni e il Ponte della Pace nella capitale georgiana e del Palazzo di Giustizia e dell’hotel Medea a Batumi. A seguito di tali lavori e per il contributo recato al paese caucasico viene insignito dal presidente Saakashvili della cittadinanza onoraria georgiana.[4] Nel 2009 torna ad occuparsi di allestimenti museali, curando quello del Neues Museum di Berlino.

Da Dicembre 2017, Michele de Lucchi è il nuovo direttore della rivista Domus, inaugurando così un nuovo ciclo che vedrà alla direzione della nota rivista di architettura e design, dieci importanti architetti italiani per un periodo di dieci anni, ad ognuno dei quali è affidata la direzione di dieci numeri fino ad arrivare al 2028 per celebrare i 100 anni di attività della rivista. Il legame dell’architetto ferrarese alla rivista fondata da Giò Ponti nel 1928, risale ai tempi universitari: ora sotto la sua guida Domus si focalizzerà su discipline diverse affiancando al design, all’architettura e all’arte contemporanea anche antropologia, economia e filosofia, attraverso un’indagine sul senso e sul valore delle cose oltre alla relazione tra ‘uomo e oggetto’. Il progetto verrà coordinato in toto dal direttore editoriale Domus, Walter Mariotti